Grazie a Maurizio che ha materializzato i suoi sforzi e il suo ideale di Bracco Italiano in “Trebbia” che ho avuto così la fortuna e l’onore di accompagnare nella corsa della vita………..
Quando l’amico Maurizio ha saputo della sua scomparsa ha scritto “Mi dispiace davvero tanto. La miglior Femmina da me allevata. Potenza Mentalità ma soprattutto Grande Classe”. In tre parole ha saputo riassumere chi era Trebbia. Per la mia famiglia e me è stata molto di più, è stata una compagna di vita quotidiana, una di noi, mai sopra le righe e senza mai alcuna lamentela sul rancio, sul giaciglio o sul compagno/a di cuccia, equilibrata e sincera nella sue manifestazioni, amica di tutti, ci ha poi regalato i suoi splendidi figli (Circe che ha ereditato l’animus venandi, Caronte, Cora che aveva Maurizio e Tornado nato con Pauso dei Bricchi e grande cacciatore) e ora i suoi nipoti (Indira da Tornado e Althea da Circe). Ma la sua passione vera era il lavoro o meglio era una straordinaria dedizione che trapelava nel profondo dei suoi occhi accesi di passione. Mai vista fermarsi per espletare bisogni impellenti o per riposarsi durante un’azione di caccia; se capiva poi che era ora di andare a casa erano dolori, a volte mi costringeva a legarla molto prima di arrivare all’auto. Ma da vero Bracco Italiano era disposta a tutto pur di compiacermi; indomabile nei primi anni di vita (nei primi tre anni ha conquistato i suoi allori CH Lav. Bel. e Assoluto It., CH Internaz. Bel.) ha poi saputo adattarsi a cacciare nelle mie colline del Monferrato in perfetta simbiosi con me. Le Beccacce, la mia passione da 32 licenze, sono diventate la Sua passione, andava a stanarle ovunque anche nei luoghi più impensati. Ricordo ancora quella trovata in un fazzoletto ricco di cibo per lo scorrere di una sorgente. Era un intrico di sambuchi e rovi ove nemmeno le volpi osavano entrare. Trebbia rimase in ferma in mezzo al fazzoletto. La Pasturona, così io chiamo quelle che non ne vogliono sapere di abbandonare il cibo, si beffava di noi al sicuro nel suo buco impenetrabile. Nulla è servito a farla volare, ho provato a gettare delle zolle di terra, a scuotere le piante ma non c’era niente da fare. Alla fine Trebbia visti i risultati dei miei tentativi prese una decisione e si lanciò sulla regina; io ero un po’ sopra di lei e la intravedevo tra le foglie, era impigliata nei rovi che avvolgevano i rami secchi adagiati per terra ma niente l’ha fermata anche se lentamente è riuscita ad arrivare a pochi centimetri dalla Regina che, scocciata, ha dovuto abbandonare il banchetto. Alla fine Trebbia era una maschera di sangue ma felice col bottino in bocca e per giorni ho dovuto curarle le lacerazioni su tutto il corpo. Instancabile e insaziabile a caccia, Lei non perdeva tempo ove non c’era niente ma andava diritto al sodo come fosse guidata dalla sensazione del selvatico. Spirito indomito le ho visto percorrere centinaia di metri con gli occhi coperti da foglie guidata solo dall’olfatto e non si è fermata come avrebbe fatto chiunque scrollandosi il fastidio, ha continuato a rimanere concentrata sino ad andare a punto su quaglie vere; è il caso di dire “Và dove ti porta il cuor……………..” Grazie a Maurizio che ha materializzato i suoi sforzi e il suo ideale di Bracco Italiano in “Trebbia” che ho avuto così la fortuna e l’onore di accompagnare nella corsa della vita……….. Grazie Trebbia – Massimo Sommariva
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AutoreStaff Allevamento Polcevera's Archivio
December 2019
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